Strozzi: Diporti di Euterpe, Op. 7 No. 4: Lamento (Lagrime mie) - Emőke Baráth, Барбара Строцци
С переводом

Strozzi: Diporti di Euterpe, Op. 7 No. 4: Lamento (Lagrime mie) - Emőke Baráth, Барбара Строцци

Альбом
Strozzi: Voglio cantar
Год
2019
Длительность
506660

Hieronder staat de songtekst van het nummer Strozzi: Diporti di Euterpe, Op. 7 No. 4: Lamento (Lagrime mie) , artiest - Emőke Baráth, Барбара Строцци met vertaling

Tekst van het liedje " Strozzi: Diporti di Euterpe, Op. 7 No. 4: Lamento (Lagrime mie) "

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Strozzi: Diporti di Euterpe, Op. 7 No. 4: Lamento (Lagrime mie)

Emőke Baráth, Барбара Строцци

Оригинальный текст

Lagrime mie, a che vi trattenete,

perché non isfogate il fier’ dolore

che mi toglie ’l respiro e opprime il core?

Lidia, che tant’adoro,

perché un guardo pietoso, ahimè, mi donò

il paterno rigor l’imprigionò.

Tra due mura rinchiusa

sta la bella innocente

dove giunger non può raggio di sole,

e quel che più mi duole

ed accresc’il mio mal, tormenti e pene,

è che per mia cagione

provi male il mio bene.

E voi, lumi dolenti, non piangete?

Lagrime mie, à che vi trattenete?

Lidia, ahimè, veggo mancarmi

l’idol mio che tanto adoro,

sta colei tra duri marmi

per cui spiro e pur non moro.

Se la morte m’è gradita,

or che son privo di spene,

deh, toglietemi la vita

ve ne prego, aspre mie pene.

Ma ben m’accorgo, che per tormentarmi

maggiormente la sorte

mi niega anco la morte.

Se dunque è vero, o Dio,

che sol del pianto mio

il rio destino ha sete,

lagrime mie, a che vi trattenete,

perché non isfogate il fier’ dolore

che mi toglie ’l respiro e opprime il core?

Перевод песни

Lagrime mie, een che vi trattenete,

perché non isfogate il fier' dolore

che mi toglie 'l respiro e opprime il core?

Lidia, che tant'adoro,

perché un guardo pietoso, ahimè, mi donò

il paterno rigor l'imprigionò.

Tra due mura rinchiusa

sta la bella onschuldige

duif giunger non può raggio di sole,

e quel che più mi duole

ed accresc'il mio mal, tormenti e pene,

è che per mia cagione

provi male il mio bene.

E voi, lumi dolenti, niet piangete?

Lagrime mie, à che vi trattenete?

Lidia, ahimè, veggo mancarmi

l'idool mio che tanto adoro,

sta colei tra duri marmi

per cui spiro en pur non moro.

Se la morte m'è gradita,

of che zoon privo di spene,

deh, toglietemi la vita

ve ne prego, aspre mie pene.

Ma ben m'accorgo, che per tormentarmi

maggiormente la sorte

mi niega anco la morte.

Zie dunque è vero, o Dio,

che sol del pianto mio

il rio destino ha sete,

lagrime mie, een che vi trattenete,

perché non isfogate il fier' dolore

che mi toglie 'l respiro e opprime il core?

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